BENTORNATA MARIA MONTESSORI

BENTORNATA MARIA MONTESSORI

Tutto il mondo festeggia i 150 anni dalla nascita di Maria Montessori. Ma solo Chiaravalle può chiamare questo anniversario “Ritorno a casa”. Pochi altri luoghi vantano il privilegio di aver dato i natali ad una figura paragonabile – per la lungimiranza dello sguardo e del pensiero, per la capacità di intrecciare la propria esistenza con la storia contemporanea, per lo spessore del legame mantenuto con la terra d’origine, per la svolta impressa a livello mondiale nella considerazione e nella formazione del bambino così come nel delinearsi di una nuova visione dell’essere umano – a Maria Montessori. Pur avendo lasciato Chiaravalle pochi anni dopo la nascita per seguire il padre nei suoi trasferimenti lavorativi prima a Firenze e poi a Roma, Maria restò sempre fortemente legata al paese natale, tant’è vero che nel 1896 furono proprio il Comune e un comitato formato da alcune sigaraie chiaravallesi ad aiutarla a sostenere le spese di viaggio per partecipare al Congresso Internazionale delle Donne tenutosi a Berlino. E più di mezzo secolo dopo, due anni prima della sua morte (avvenuta il 6 maggio 1952 a Noordwijk, in Olanda, dove è sepolta), Maria espresse e realizzò il desiderio di tornare in visita a Chiaravalle, dove fu accolta dal Sindaco di allora Guido Molinelli e da una foltissima schiera di chiaravallesi, quasi a chiudere ad anello la sua esistenza sotto il segno della chiaravallesità (la quale peraltro resta impressa nell’abitazione olandese della famiglia Montessori, chiamata Villa Chiaravalle). In Maria Montessori, come in ogni genio, gli opposti si attraggono e si saldano: ritorno e partenza, fine e inizio, dimensione locale e globale, ancoraggio alle radici e slancio verso il futuro, solitudine e afflato ecumenico, vocazione alla pace e militanza per i diritti, rigore scientifico e prospettiva umanistica, approccio materiale e immateriale alla conoscenza, natura e cultura, verità e bellezza. Ecco perché ci piace pensare a lei come ad una pioniera delle scienze umane, anzi di quello che potremmo definire neo-umanesimo: una visione che, a partire dalle prodigiose capacità autoeducative del bambino, può orientare in senso armonico il progresso dell’umanità e che, in un’epoca di nuovi confini e conflitti, di crisi e smarrimenti crescenti come quella che stiamo vivendo, è più attuale e più urgente che mai.